Il lavoro nasce dalla convinzione che il dialetto, rappresentando uno dei più naturali strumenti per mantenere in vita l’identità di un popolo, non deve essere dimenticato ma diffuso in quanto detentore della nostra identità. Da qui l’idea di unire libro e cd musicale, un corpo unico dal titolo Colora Loreto Cu’ j’òcchi de ’na vò’.
Il libro, contenente testi ed immagini di Loreto da colorare, fa parte della collana “Colora le Marche” edita da “Giaconi Editore” che nasce con l’obiettivo di valorizzare l’arte del territorio marchigiano. Il cd, contenente 10 brani inediti, è stato realizzato da Alessandro Menghi e da Tony Felicioli, con la collaborazione di Maurizio Scocco, prevede la presenza di circa 10 musicisti marchigiani ed è stampato dall’etichetta discografica “Ideasuoni” di Teramo.
Il lavoro è stato realizzato grazie al contributo della Regione Marche e con il sostegno dell’Associazione Culturale “Iustissima Civitas” di Recanati.
Un viaggio alla scoperta di Loreto “con gli occhi di una volta”, che mette insieme due mondi: quello della musica e quello dell’arte figurativa dove il Territorio circostante ne è contenitore.
Non a caso i versi del primo brano dal titolo “Culora” traggono spunto e raccontano del sisma del 2016 che ha devastato borghi, luoghi e piccole comunità marchigiane mentre i brani successivi sono ambientati nella città di Loreto dove l’uso del linguaggio dialettale si fonde con la lingua italiana.
Qui vengono raccontate quelle storie dove le usanze paesane si fondono con “modi di dire” dialettali trovando ambientazione su alcune zone caratteristiche del paese e dei dintorni.
Il lavoro prende inoltre in rassegna personaggi importanti che hanno gravitato a Loreto come i Fratelli Brancondi, due figure della resistenza marchigiana ed altri, sicuramente meno importanti, ma ricordati per il loro particolare “modo di essere”, come ad esempio il cantastorie soprannominato “Nasina”, che tempo fa, veniva a Loreto in occasione della festa della Madonna.
È un “concept album” quindi a tutti gli effetti, dove le canzoni sono collegate tra di loro dal concetto di fondo che è quello di ricordare all’ascoltatore di “non perdere mai di vista le nostre radici, la nostra identità, la nostra cultura”.
La musica non può non prevedere la fisarmonica (nata sotto le porte del paese); nel disco gli arrangiamenti sono stati scelti con cura e con funzionalità specifica per ogni brano. Troviamo pertanto un ensemble ricco di musicisti e strumenti quali violini, contrabbasso, batteria, chitarre, chitarre portoghesi, mandolino, flauto, sassofoni, tromba, piano ad accompagnare i brani scritti e cantati da Alessandro Menghi.